Nella primavera del 1980 il calcio italiano, in attesa di ospitare gli Europei previsti per il mese di giugno, è suo malgrado travolto da uno degli scandali che ne segnerà per sempre la storia. In questa inchiesta proveremo a ricostruire quanto accaduto tra campo, fogli di giornale e aule di giustizia.

Il quadro storico

Era il tempo delle macchine da scrivere che scavavano caratteri nelle trame della carta, trasferendo su un A4 brutte copie scritte a lapis.

I carabinieri correggevano gli errori con la penna mentre le segretarie dei legali strappavano il foglio e riscrivevano da capo.

L’ufficio notizie di reato della procura della Capitale raccoglie ogni giorno migliaia di denunce, querele, esposti e segnalazioni. Quasi la metà verte su furti di autoradio lasciati sotto il sedile di una macchina o dimenticati al loro posto: fatti per cui non verrà mai fatta indagine. Il querelante già lo sa, ma senza querela l’assicurazione non rimborsa e perciò occorre far la fila in questura per portare al proprio agente una copia firmata dal poliziotto.

I pubblici ministeri di turno leggono una ad una le notizie di reato. A volte sorridono, più spesso sbadigliano o scuotono la testa. Raramente le loro fronti si corrugano di sincero interesse che di norma, ad ogni modo, si consuma in poche righe.

Ma questa è una cosa diversa da ogni altra.

Massimo Cruciani

Massimo Cruciani

Il primo marzo 1980 cade in pieno fine settimana e le luci accese sono poche, nel fine inverno di Piazzale Clodio. Non è uno di quei giorni in cui magari passa un avvocato a parlare del suo caso come se non ne esistesse nessun altro. E le denunce si possono leggere senza essere interrotti.

«Ill.mo signor Procuratore, io sottoscritto Cruciani Massimo, nato a Roma il 15-8-1948, sottopongo alla cortese attenzione della S.V. Ill.ma il seguente esposto, i fatti sottoelencati sono necessariamente scarni data la estrema complessità della vicenda; per cui, nel pormi a completa disposizione della S.V. Ill.ma fornirò in prosieguo tutti i dettagli che la S.V. medesima riterrà utili ai fini dell’indagine. Verso la metà del 1979, frequentando il locale ristorante La Lampara di proprietà del sig. Alvaro Trinca che rifornivo di frutta possedendo un magazzino all’ingrosso, ebbi modo di conoscere alcuni giocatori di calcio, tra i quali in particolare Giuseppe Wilson, Lionello Manfredonia, Bruno Giordano, Massimo Cacciatori.

Intervennero gradualmente, con costoro, dei rapporti di amicizia, alimentati dal mio interesse per il calcio e per le scommesse clandestine e non che ruotano nel mondo del pallone. I quattro giocatori, in proposito, mi dissero che era possibile “truccare” i risultati delle partite, con il che, ovviamente, scommettendo nel sicuro.

Mi precisarono, a titolo di esempio, che era scontato il risultato di Lazio-Palermo (amichevole) verificatasi, mi pare, nel mese di ottobre 1979 attraverso l’intervento di Guido Magherini, giocatore del Palermo.

Accettai l’idea e decisi di intraprendere una serie di attività di gioco, d’accordo con i suddetti giocatori e gli altri che a volta a volta, come mi si disse, si sarebbero dichiarati disponibili. Iniziò così, per me, una vera e propria odissea che mi ha praticamente ridotto sul lastrico ed esposto ad una serie preoccupante di intimidazioni e minacce. Come ho già detto, tutta la vicenda è costellata di tali e tanti episodi dettagliati che, in questa sede, mi limiterò ad illustrane alcuni, riconfermandomi a disposizione della S.V. Ill.ma per tutto il resto. Successivamente, ad esempio, alla partita Palermo-Lazio accennata, presi contatti con il Magherini per combinare il risultato della partita Taranto-Palermo prevista per il 9-12-1979. In proposito il Magherini organizzò il pareggio delle due squadre a patto che io giocassi sul risultato, nel suo interesse, 10.000.000 e altri 10.000.000 consegnassi a Rossi Renzo e Quadri Giovanni del Taranto. Contrariamente ai patti, vinse il Palermo. Il Magherini, a tal punto, avrebbe dovuto rifondermi i 10.000.000 giocati per lui ed i 10.000.000 consegnati ai giocatori del Taranto, ma si rifiutò. Inoltre in seguito al mancato rispetto degli accordi ho perduto, insieme ad altri scommettitori che meglio preciserò in prosieguo, L. 160.000.000 presso svariati allibratori clandestini. A seguito delle mie rimostranze, il Magherini mi promise il risultato certo della partita Lanerossi Vicenza-Lecce.

Nella stessa occasione egli combinò, d’accordo con i citati giocatori della Lazio, il risultato Milan-Lazio (entrambe le partite ebbero luogo il 6-1-1980). Per quanto riguarda la partita Lanerossi Vicenza-Lecce, il Magherini mi mise in contatto con Claudio Merlo, giocatore del Lecce, il quale ricevette da me un assegno di L. 30.000.000 assicurando la sconfitta della sua squadra. Per quanto riguarda l’altra partita Milan-Lazio, i giocatori biancazzurri Giordano, Wilson, Manfredonia e Cacciatori si accordarono con Enrico Albertosi del Milan affinché si verificasse la vittoria di quest’ultima squadra. Per quest’ultima partita, consegnai tre assegni da 15.000.000 e due da 10.000.000 a Giordano, Wilson, Manfredonia, Viola e Garlaschelli, affidandoli materialmente a Manfredonia. Ulteriore assegno di L. 15.000.000 consegnai a Cacciatori Massimo (Lazio) il quale provvide ad incassarlo intestandolo a certo sig. Orazio Scala. Il Milan, da parte sua, contribuì alla “combin” con l’invio di L. 20.000.000 liquidi che mi portò a Roma, nel mio magazzino di via (omissis) il giocatore di tale squadra Giorgio Morini, due giorni dopo il rispettato esito dell’incontro. In conseguenza nei citati accordi, ed in cambio del loro contributo, Wilson, Manfredonia, Giordano e Cacciatori mi chiesero di puntare per loro 20.000.000 sulla sconfitta della Lazio. La vincita di lire 80.000.000 d’accordo con i quattro anziché consegnarglieli avrei dovuto usarli per pagare i giocatori dell’Avellino (Cesare Cattaneo, Salvatore Di Somma, Stefano Pellegrini) i quali avrebbero dovuto perdere contro la Lazio la settimana successiva.

giordano          manfredonia          magherini

Io ed altri scommettitori, in base agli accordi di cui sopra, abbiamo scommesso per “l’accoppiata” costituita dai due risultati concordati, circa 200.000.000 di lire: cifra perduta per il mancato rispetto dell’impegno assunto dalla squadra leccese la quale ha pareggiato 1-1.

Tutto quanto sopra costituisce un’esemplificazione di come si svolgessero i moltissimi episodi di cui è costellata questa storia, che, come più volte precisato, illustrerò in prosieguo, nei dettagli alla S-V. Ill.ma.

Desidero peraltro precisare che le squadre coinvolte in questa storia sono anche l’Avellino, il Genoa, il Bologna, la Juventus, il Perugia, il Napoli. Ciò nel senso che i relativi giocatori o meglio alcuni di essi come Carlo Petrini (Bologna), Giuseppe Savoldi (Bologna), Paris (Bologna), Zinetti (Bologna), Dossena (Bologna), Colomba (Bologna), Agostinelli e Damiani (Napoli), Paolo Rossi e Della Martira e Casarsa (Perugia), Girardi (Genoa) ed altri hanno partecipato agli incontri truccati percependo denaro o richiedendo, in cambio dei loro favori, forti puntate nel loro interesse.

Ho invece perduto, insieme ad altri scommettitori, centinaia e centinaia di milioni per scommesse perdute in seguito al mancato rispetto di precisi e retribuiti accordi da parte di giocatori. Preciso ancora che molti allibratori clandestini i quali a seguito delle recenti notizie giornalistiche hanno capito di avermi talora pagato vincite in ordine a risultati precostituiti, hanno preteso con gravi minacce la restituzione di circa 300.000.000 (da me ed altri scommettitori) trattenendo peraltro, ovviamente, le ben più ingenti somme perdute in seguito ai non rispettati accordi di cui sopra.

Sono ormai completamente rovinato eppure vivo ancora nel terrore di minacce e rappresaglie.

Nel confermarmi a completa disposizione della S.V. Ill.ma e riservandomi di depositare la documentazione in mio possesso, precisare nomi di testimoni e tutte quelle circostanze che la S.V. medesima riterrà utili, porgo deferenti ossequi».

continua

 

Cesare Mariconda